Il tempo è giunto per i famigerati esami di maturità. Quelli che chiunque, non importa quanto tempo sia passato, di tanto in tanto ancora rivive in sogno.
Iniziano in un clima del tutto nuovo e insolito. Con modalità non sperimentate e fino all’ultimo, dominate dall’incertezza. Iniziano con disinfettanti e mascherine, in scuole dove non si può origliare la prova di chi è già seduto di fronte alla commissione. Dove l’ingresso e l’uscita sembrano quasi un percorso blindato e dove gli abbracci dei compagni per farci coraggio sono vietati e nessuna mano dei prof, che tanto abbiamo amato e temuto, può esser stretta per quel saluto finale che tanti porteranno nel cuore per molti anni.
Gli esami di maturità sono forse l’ultimo vero e importante rito di iniziazione che è rimasto nella nostra società. Un momento fondamentale nella vita di ciascuno studente, che così da apprendista della cultura passa ad essere un apprendista della vita, pronto a mettere in campo tutto ciò che ha appreso per costruirsi ed aprirsi al mondo.
Un momento magico, che spalanca le porte all’essere adulto e delle sue nuove sfide.
Dopo due anni trascorsi a contatto con i ragazzi e le ragazze durante i nostri sportelli di ascolto e orientamento e gli incontri con le classi presso il Convitto Cotugno con i licei annessi (Classico, Linguistico, Scienze Umane, Socio-Econimico, Musicale), abbiamo sempre con maggiore chiarezza assistito all’importanza cruciale di questo rito, lo abbiamo sostenuto. E lo sosteniamo ancora oggi, anche se a distanza, indirizzando i nostri migliori auguri a tutti coloro che ora, e nei prossimi giorni, saranno maturandi prima e…maturi poi.
A voi, ragazzi e ragazze, dedichiamo questa piccola riflessione e questo pensiero:
“Quella che voi chiamate depressione, si chiama anima”.Con una chiave chiudo il passato, con l’altra apro il futuro. Ciò accade mentre trasformo la mia natura” (C.G. JUNG)