La notte delle Perseidi:
La notte delle Perseidi è conosciuta anche con il nome di “Lacrime di San Lorenzo”, a ricordare il pianto versato dal Santo, in punto di morte, di fronte allo sfavillio dei carboni che ardevano sotto la graticola del suo martirio. Un’immagine, piuttosto macabra e drammatica, alla quale tuttavia noi abbiamo collegato un significato di profonda speranza e rinnovamento. Chi, infatti, non ha mai cercato di esprimere un desiderio di fronte a una stella cadente? E chi, proprio tramite quel desiderio, non ha sperato di poter apportare un qualunque cambiamento alla propria vita? Del resto non esiste un nuovo inizio senza una fine e non esiste rinnovamento senza che prima si attraversi il buio. Pensiamo all’alternarsi del giorno con la notte e a quanto appaia oscura e terribile quest’ultima, poco prima dell’alba. Eppure sappiamo che qualcosa di nuovo arriverà comunque, che una nuova luce sorgerà. E a ricordarcelo sono proprio le stelle che, come carboni ardenti, donano luce alla profonda oscurità che le circonda. Esse, infatti, non solo trapassano l’oscurità come fari proiettati sulla notte dell’inconscio, ma accolgono ciò che da questo sembra profondersi, consentendoci di scorgere, tra di esse, forme e immagini a cui, da sempre, abbiamo associato dei racconti.
Il pensiero junghiano:
Non a caso, Jung affermava che:
“È come se l’anima umana fosse costituita di qualità provenienti dalle stelle; sembra che le stelle abbiano delle qualità che s’inseriscono bene nella nostra psicologia. Ciò accade in ragione del fatto che, originariamente, l’astrologia era una proiezione sulle stelle della psicologia umana inconscia. In ciò vi è una conoscenza stupefacente, che consciamente non possediamo, del funzionamento inconscio che appare in primo luogo nelle stelle più remote, le stelle delle costellazioni zodiacali. Sembra che ciò che possediamo, come conoscenza più intima e segreta di noi stessi, sia scritto nei cieli. Per conoscere il mio carattere più individuale e più vero devo frugare i cieli, non riesco a vederlo direttamente in me stesso…“
Stelle e desideri…
Come si collegano, però, le stelle al desiderio?
In questo caso, le spiegazioni che potremmo dare sono essenzialmente due. Da un lato, quella etimologica ci fa ricondurre il Desiderare sia all’azione del fissare le stelle per interrogarle, che alla sensazione di sentirne la mancanza, se non proprio al portarle giù, così che la luce divina insita dentro di esse possa fecondare la terra e tramutarsi in un qualcosa di più tangibile, relazionabile, confrontabile. Dall’altro, invece, la spiegazione arcaica fornita dagli stessi antichi porta a tirare in ballo il concetto di Destino. Essi, infatti, affermavano che quando una stella cade significa che il destino non è più scritto (dato, una volta per tutte e in modo definitivo) e si può, dunque, cambiare il proprio futuro, il che ritira necessariamente in ballo il concetto di speranza.
In fondo, pensiamoci: quante volte ci è capitato di dare per fissa o per immutabile una certa situazione della nostra vita e, allo stesso tempo, di desiderare che questa cambiasse? Nulla è dato mai definitivamente. La nostra vita, come la psiche e come il cosmo, è un continuo movimento. E’ solo questione, a volte, di imparare a lasciar andare ciò che deve esser lasciato andare. E riporre fiducia nei nostri desideri di cambiamento.
BUONA NOTTE DEI DESIDERI A TUTTI!
Dott.ssa Michela Bianconi e Dott.ssa Valentina Marra
È nella staticità psichica, nella fissazione, nella cronicizzazione che si nasconde il disagio psichico.
Nella notte di San Lorenzo le lacrime di fuoco del santo scendono giù come per dirci: ” Nulla è per sempre, dove c’era buio pesto, anche se per pochi istanti, è arrivata la Luce. Tutto è possibile! “.
Il potere terapeutico del “c’è altro” oltre il disagio è una delle chiavi che aprono la serratura, a volte arrugginita, dell’ Anima.